
La stimolazione cognitiva
La solitudine e la mancanza di stimoli possono rappresentare sfide significative per gli anziani, influenzando negativamente la loro salute mentale, il loro benessere complessivo, la qualità di vita, accelerando il declino cognitivo nell’invecchiamento normale così come nella demenza. Numerosi studi hanno dimostrato che nelle persone con demenza esistono meccanismi di plasticità neuronale associati alla stimolazione (Hosseini et al., 2014) ed opportune stimolazioni possono indurre una proliferazione dendritica, producendo nuove sinapsi (Fagherazzi et al., 2009).
Per questo, la terapia di stimolazione cognitiva mira a contrastare il declino cognitivo attraverso il mantenimento attivo delle funzioni mentali, attraverso l’esercizio (Pieramico et al., 2014).

La vecchiaia come benedizione
Nel racconto dell’Eneide troviamo la figura di Anchise, come figura di una vecchiaia che si converte dalla rassegnazione all’opportunità, al tesoro.
Anche visivamente l’idea di caricarsi il padre sulle spalle, da parte di Enea, rappresenti salvare il necessario, ciò di cui si ha bisogno per poter vivere, per poter affrontare un viaggio. Enea non salva delle cose, salva qualcuno.
Sa che per poter affrontare l’ignoto non ha bisogno di denaro, ha bisogno invece di radici.
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Gli anziani
una ricchezza per tutti
Siamo convinti che la cura e l’assistenza dell’anziano siano importanti ma non sufficienti.
Il nostro approccio è, dunque, non soltanto sanitario ma anche sociale.
È questa la strada per prevenire e contrastare il disagio che, spesso, la persona anziana percepisce in una società in continua evoluzione e che, talvolta, sembra addirittura non accettarli.
Testimonianze




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