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Siamo alle soglie di una nuova epoca che certamente cambierà in modo radicale la forma delle organizzazioni societarie, l’interazione umana e il modo di prendersi cura della persona.

 

In questo nuovo contesto, la rivoluzione tecnologica in atto, la cosiddetta “digitalizzazione” della realtà (si comincia a parlare di “gemelli digitali” della realtà) con conseguente creazione di archivi di big data, rilevabili nel presente e utilizzabili nei modi più diversi, cambierà il modo di percepire e praticare le relazioni di cura con le persone anziane, i loro rapporti con le famiglie di origine, con i territori, le istituzioni e gli erogatori di servizi e sanitari.

 

Ad oggi si scontrano nel campo della opinione pubblica e nei fora della discussione scientifica, posizioni di estremo ottimismo che salutano il sorgere della società post-umana come opportunità da cogliere senza dubbi di sorta, e posizione di allarme e pessimismo per una socialità che potrebbe spingersi nel campo inesplorato del disumano. Si può addirittura vedere una certa separazione tra scienze tecnologiche applicate che sposano l’idea che quanto è tecnologicamente possibile deve essere realizzato e scienze umanistiche che rifiutano il “potenziamento” dell’umano impaurite dalla sua possibile sparizione.

 

Di qui l’impegno della Fondazione Alberto Sordi a sostenere le attività di ricerca scientifica applicata alla condizione delle persone anziane promossa dall’Università Campus Bio-Medico di Roma volendo garantire la loro stretta connessione con le discipline etiche, infermieristiche e di ricerca di nuovi modelli organizzativi, così da esplorare il tema da punti di vista plurali ma interdipendenti, in una prospettiva di personalizzazione dei percorsi di cura.

 

Diventa sempre più necessario chiedersi a cosa portino queste mutazioni o, per meglio dire, quali siano gli impatti della cura delle persone anziane mediata da tecnologie sui processi di personalizzazione delle cure, dell’interazione fra chi si prende cura e chi è curato, della comunicazione tra servizi, assistiti e le loro famiglie, nell’organizzazione dei servizi. In particolare in ambito sanitario, ciò che si comincia ad osservare nell’utilizzo di tecnologie per cure (domotica, weareables, social, cartelle sanitarie elettroniche; app sanitarie geolocalizzate, etc.) è l’esplosione di nuove e originali simmetrie (informative, sociale e temporali) che possono portare a veri e propri processi di esclusione sociale o di limitazione di presa in carico solo a “parti” della persona anziana.