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Giovani e anziani: una ricchezza condivisa con lo sguardo al futuro

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Il rapporto tra anziani e ragazzi è spesso circoscritto esclusivamente ai rapporti familiari. Normalmente questo confronto intergenerazionale viene a compiersi e a concludersi nei rapporti interni al proprio nucleo familiare.

Eleonora Ciarambino, studentessa del III anno del Corso di laurea di Scienze Infermieristiche dell’Università Campus Bio- Medico di Roma, condivide con noi alcune riflessioni sulla sua esperienza di tirocinio accanto agli anziani.

Molte volte mi viene chiesto perché ho scelto questo percorso, cosa mi ha spinto a scegliere di diventare infermiera; non è semplice spiegarlo a parole, sarebbe più semplice spiegarlo con i fatti e con le azioni, sarebbe più semplice mostrare cosa diamo e cosa ci danno i pazienti ogni giorno.

Il tirocinio di infermieristica è basato sullo sviluppo di conoscenze teoriche, conoscenze pratiche, ma soprattutto sullo sviluppo dell’empatia; è un termine che si trova sempre al centro delle nostre lezioni, ma che non si può comprende del tutto, fino a quando non entriamo in contatto con i pazienti.

Guardando il percorso fatto mi pare di aver imparato a capire le loro necessità, che molto spesso non sono legate al benessere fisico, ma invece ambiscono a quello psicologico, al bisogno di sentirsi ascoltati, accolti.

È molto importante nel nostro lavoro, non solo la salute fisica e la sicurezza del paziente, ma soprattutto il loro stato psicologico, che impatta sullo stato di salute generale e sulle loro condizioni; ho notato che, soprattutto nelle persone anziane, il rapporto umano e sociale è fondamentale per la loro ripresa effettiva.

Nella mia esperienza personale ho avuto la possibilità di prendere parte a diverse situazioni difficili nelle quali ho avuto l’opportunità non solo di dare un supporto, ma soprattutto di imparare molto dai miei pazienti e dalle loro storie.

Molti di loro, pur avendo accanto i propri parenti, si sentono soli e abbandonati, si sentono un peso per la società e per coloro che devono prendersi cura di loro. Spesso non si rendono conto di come tutto ciò che ci raccontano è per noi una ricchezza perché il loro vissuto ci aiuta a crescere, ad imparare a confrontarsi, ad ascoltare, a e farne tesoro.

Negli anni di tirocinio ho imparato, anche attraverso lo sviluppo delle mie conoscenze e della pratica clinica, che prendersi cura di qualcuno richiede donare del tempo, tempo per coloro che hanno bisogno di un appoggio emotivo, per coloro che hanno difficoltà a socializzare e ad integrarsi, come gli anziani.

In queste circostanze ho scoperto che in realtà chi riceve di più non sono i pazienti, bensì noi quando facciamo tesoro delle loro conoscenze e delle loro esperienze di vita.

Ho avuto l’opportunità di svolgere il mio tirocinio in un ambiente che mi permette di stare a stretto contatto con gli anziani e di prendermi cura di loro sotto ogni punto di vista, entrando in simbiosi con essi e riuscendo ad immagazzinare tutte le loro emozioni, quelle positive e quelle negative, che in età avanzata sono sempre più accentuate.

Mi colpisce sempre come sanno apprezzare ogni piccolo gesto sapendo dare il valore che merita. Grazie a loro e ai rapporti che si sono creati, mi auguro di aver imparato ad essere felice delle piccole cose e a scoprire la ricchezza di ogni persona.

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