La Fondazione Alberto Sordi si unisce al cordoglio della Chiesa per la scomparsa di Papa Francesco. Nel momento in cui una persona conclude il proprio cammino terreno, la sua vita assume un significato nuovo: se ne coglie la pienezza, si riconosce con maggiore chiarezza il bene seminato e il valore lasciato in eredità.
Papa Francesco ha lasciato un segno profondo, anche per noi. In particolare, il suo insegnamento sugli anziani è stato un faro per la nostra attività: le sue catechesi dedicate alla terza età [1] ci hanno offerto conferma, ispirazione e incoraggiamento a proseguire nel nostro impegno quotidiano.
Ci ha aiutato a promuovere una cultura che riconosce agli anziani un ruolo fondamentale nella società, soprattutto nel dialogo e nello scambio con le nuove generazioni. Questo suo messaggio, oggi più che mai, resta vivo e attuale.
Ha evidenziato il valore delle persone anziane e la necessità di un cambio di passo nei loro confronti, all’interno della cultura, della società, dell’economia e della religione. Spesso diceva che parlava da “nonno”, col desiderio di condividere la fede sempre giovane che unisce tutte le generazioni. Solo stando insieme con amore, non escludendo nessuno, si diventa migliori, si diventa più umani!
Ha incoraggiato a costruire questo mondo, insieme, non solo elaborando programmi di assistenza, quanto coltivando progetti diversi di esistenza, in cui gli anni che passano non siano considerati una perdita che sminuisce qualcuno, ma un bene che cresce e arricchisce tutti: e come tali siano apprezzati e non temuti.
Ci ha ricordato che “Gli anziani usano gli occhiali – quasi tutti – ma vedono lontano. Come mai? Vedono lontano perché hanno vissuto tanti anni, e hanno tante cose da insegnare: ad esempio quanto è brutta la guerra…Quando voi, nonni e nipoti, anziani e giovani, state insieme, quando vi vedete e vi sentite spesso, quando vi prendete cura gli uni degli altri, il vostro amore è un soffio di aria pulita che rinfresca il mondo e la società e ci rende tutti più forti, al di là dei legami di parentela.” [2]
“La vecchiaia è un tempo benedetto: la stagione per riconciliarsi, per guardare con tenerezza alla luce che è avanzata nonostante le ombre”. [3]
In occasione dell’Udienza del 27 aprile 2024, La carezza ed il sorriso – Reportage dall’Udienza con Papa Francesco – Fondazione Alberto Sordi abbiamo potuto consegnare al Santo Padre una lettera molto affettuosa scritta dalle persone che frequentano il Centro Alberto Sordi, che riportiamo:
Caro Papa Francesco,
siamo i protagonisti che quotidianamente frequentano il Centro Diurno Alberto Sordi di Trigoria.
Le scriviamo perché desideriamo manifestarle il nostro affetto e la nostra gratitudine e ringraziarla per la sua persona e per la sua umanità che traspare in ogni gesto e pensiero.
Essendo suoi coetanei, ci immedesimiamo nel grande dolore fisico che lei affronta con tanta forza e determinazione e la comprendiamo, così come comprendiamo la sofferenza che prova per le grandi tragedie che avvengono nel mondo.
Desideriamo dirle che le siamo vicino e che preghiamo per la sua persona come spesso ci chiede di fare.
Ci permettiamo di considerarla un amico e come tale vogliamo confidarle una riflessione e una verità che abbiamo maturato in questa fase della vita: la Fede in Dio è ciò che ci salva e ci dà la forza per affrontare la nostra vita.
Nel guardare tutta la nostra esistenza abbiamo compreso quanto questa ci abbia aiutato in situazioni molto difficili.
Vogliamo ringraziarla per il suo operato e per l’esempio che quotidianamente rappresenta per noi.
Saremmo veramente lieti di poterla accogliere nella nostra seconda casa “Centro Alberto Sordi”, in via Alvaro del Portillo, 5.
Le chiediamo di Benedirci secondo le Sue intenzioni.
Con affetto e stima profonda
I Protagonisti del Centro Alberto Sordi