Sabato 10 maggio 2025, un gruppo di utenti del Centro Diurno Alzheimer Alberto Sordi e dell’Associazione Alzheimer Uniti ha visitato i Musei Vaticani, accompagnato dagli operatori del Centro Diurno e dell’Associazione Alzheimer Uniti, dai familiari e dal personale del servizio Attività Didattiche dei Musei Vaticani.
L’iniziativa si inserisce all’interno del progetto Percorsi di arte e benessere della Fondazione Alberto Sordi, che promuove il benessere e l’inclusione delle persone anziane favorendo l’accesso all’arte e alla cultura. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di attraversato le sale dei Musei vivendo un’esperienza straordinaria, immersi tra opere d’arte e pagine di storia.
Il percorso è iniziato ammirando dai giardini vaticani la splendida cupola di San Pietro per poi proseguire con una delle sculture più intense e drammatiche dell’arte classica: il gruppo del Laocoonte. Questa straordinaria scultura, risalente al I secolo a.C., raffigura il sacerdote troiano Laocoonte e i suoi due figli, attaccati da serpenti marini inviati dalla dea Atena per punirli dopo che Laocoonte aveva tentato di mettere in guardia i suoi concittadini dal pericolo nascosto nel famoso cavallo di legno. L’opera, realizzata da tre scultori, Agesandro, Polidoro e Atenodoro, fu ammirata già in epoca romana, tanto che Plinio ne documentò la presenza nella casa dell’imperatore Tito. Singolare anche la storia del suo ritrovamento: nel 1506 il gruppo scultoreo venne infatti ritrovato casualmente in una vigna romana. Giuliano da Sangallo e Michelangelo, chiamati a giudicarlo, ne riconobbero il valore eccezionale. Solo nel 1905, grazie all’intuizione dell’archeologo Ludwig Pollak, fu ritrovato anche il braccio mancante di Laocoonte presso la bottega di uno scalpellino romano.
Grazie agli stimoli offerti dalle guide, i partecipanti hanno potuto osservare da vicino i dettagli di questo capolavoro: i volti contratti dalla sofferenza, i corpi tesi nella lotta disperata contro le spire dei serpenti, il dramma scolpito nel marmo che ancora oggi racconta una storia universale di destino e resistenza. Le emozioni suscitate da questa visione hanno generato commenti spontanei, ricordi e sguardi partecipi, in un dialogo che ha unito presente e passato. È stato un momento prezioso, in cui il linguaggio universale dell’arte ha regalato a tutti emozioni, condivise anche con i familiari che hanno partecipato con i loro cari a questa esperienza.
Il percorso è proseguito in un ideale viaggio attraverso tempo e culture, dalle rovine di Troia alle isole della Polinesia e all’arte sacra. Tra le opere più suggestive della collezione polinesiana, situata nel Museo Etnologico Anima Mundi, i partecipanti hanno potuto osservare la statua del dio “Tu”, divinità dell’isola di Mangareva, nella Polinesia Francese. Questa scultura lignea, del XVIII secolo, di valore inestimabile, è unica nel suo genere e fu salvata dalla distruzione nel XIX secolo da un missionario che la contrassegnò sull’addome con il numero “1”. Il dio “Tu” era venerato come divinità della fertilità e della terra, simbolo di vita per le popolazioni dell’isola. Caratterizzato da una natura androgina, metà uomo e metà donna, il dio rappresentava l’equilibrio tra le forze maschili e femminili, essenziali per garantire il ciclo della vita e la prosperità della comunità.
L’osservazione partecipata dei visitatori ha permesso di scoprire i dettagli sorprendenti della scultura: il dio è, infatti, raffigurato con quattro gambe, un elemento rarissimo e carico di significati simbolici legati alla stabilità e al radicamento nella terra. Gli occhi scavati, privi di pupille, sembrano fissare l’orizzonte spirituale, mentre le grandi orecchie suggeriscono la capacità di ascoltare le preghiere della comunità. La bocca è scolpita in una posa che sembra accennare un bacio o un soffio vitale. Ad arricchire l’esperienza è stato il suono del bastone della pioggia, uno strumento tradizionale che riproduce il suono naturale della pioggia grazie al movimento di semi al suo interno. Ogni partecipante ha potuto ascoltarlo e sperimentarne l’effetto, contribuendo a rendere l’esperienza multisensoriale e coinvolgente.
Queste occasioni di visita museale dimostrano come la cultura e l’arte possano essere strumenti preziosi per il benessere emotivo, la socializzazione e l’inclusione. L’esperienza ha risvegliato emozioni, creato connessioni autentiche tra partecipanti, familiari, operatori e guide, regalando a tutti una giornata speciale.
Un’esperienza che ha lasciato il segno nei cuori di chi l’ha vissuta!
A cura di Maria Matarese – Membro del Comitato Scientifico della Fondazione Alberto Sordi